Il panico del giorno dopo: Norlevo

(Ed. Novembre 2015 – “La Voce della Vita”)

“Ieri ho avuto un rapporto non protetto con G., ora che faccio? E se fossi rimasta incinta? Come posso fare, che dico ai miei genitori?, sono senza lavoro, devo finire scuola… aiutami, che posso fare?”

“Tranquilla, è facile, prendi la pillola del giorno dopo, con quella stai sicura che non ti può succedere nulla!”

Molte volte capita di sentire discorsi di questo tipo e tra ragazze sempre più giovani. il problema principale è: si conosce realmente l’effetto della pillola del giorno dopo?

In Italia vengono vendute mezzo milione di confezioni (tra Norlevo e Levonogel), quasi tutte prescritte negli ospedali durante i turni della domenica mattina a seguito delle “pazzie” del sabato sera da rapporti non protetti, spesso in discoteca in condizioni di ubriachezza con sconosciuti.

E’ definito da tutti un “contraccettivo d’emergenza”, sebbene sullo stesso bugiardino leggiamo che il prodotto agisce “bloccando l’ovulazione o impedendo l’impianto dell’ovulo eventualmente fecondato”. Dunque questa pillola ha potenzialmente un doppio effetto: contraccettivo e abortivo.

O meglio, gli effetti reali di questa pillola possono essere tre. I primi due consistono nella limitazione degli spermatozoi e nell’inibizione dell’ovulazione.   Si tratta di due effetti propriamente contraccettivi e in tal caso l’uso della pillola è “inutile”, in quanto se viene assunta dopo l’incontro i due processi sono, nella gran maggioranza dei casi, già superati. Il terzo effetto è di modificare l’endometrio, il tessuto interno all’utero, in modo da renderlo non favorevole all’annidamento e all’accoglienza dell’embrione, cioè di colui che è bambino fin dal concepimento. Di conseguenza quel giovanissimo bambino viene espulso, abortito, senza che la donna lo avverta.

Si può dunque parlare di un aborto invisibile. Spesso si ha la sensazione di non averlo fatto, e questo “non vedere” e “non sentire” facilita la diffusione dell’idea, tanto gradita alle case farmaceutiche produttrici, che si tratti di prodotti non abortivi. Di conseguenza non c’è preoccupazione o scrupolo morale: basta mandare giù una pillolina. E poi lo dicono tutti che non fa niente! Sfortunatamente la realtà è diversa. Uno studio dell’AIGOC, l’Associazione dei ginecologi ostetrici cattolici (Arisi e Micheli), riporta numeri drammatici: anche volendosi limitare al Norlevo (370mila confezioni vendute per anno) e calcolando prudenzialmente un 20% di casi in cui sia avvenuta la fecondazione, 74mila bambini concepiti incappano nella “barriera” abortiva. Di questi bambini, 4070 si salvano a causa del fallimento della pillola, ma altri 69.930 vengono semplicemente abortiti.

Il fatto che siano ignorati o misconosciuti non li rende meno immorali e diversi dagli aborti clandestini. Come quelli delle mammane o dei medici senza scrupoli, avvengono fuori dalla regolamentazione della legge 194 e non passano per gli “obbligatori” passaggi medici e burocratici che, sia pure in larga parte solo sulla carta, garantiscono un filtro e una presa di consapevolezza della donna. E dell’intera società.

Chiara Nardi

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