Traumi della nascita: terapia e recupero delle funzioni

 

(ed. Febbraio 2016 de “La Voce della Vita“)

Sin dalla vita intrauterina il neonato subisce dei danni che provocano delle disfunzioni non risolvibili spontaneamente. Le cause di un trauma da parto possono essere varie:  le dimensioni del neonato, la sua posizione nell’utero nel corso del travaglio ed eventuali difficoltà durante il parto. La possibilità di curare sin dalla primissima infanzia malformazioni, scompensi della struttura ossea e disfunzioni dell’apparato membranoso e legamentoso può evitare dolorosi e lunghi percorsi di cura una volta adulti. Andiamo ad analizzare quali sono i traumi da parto, articolari e nervosi,  più frequenti:

Frattura della clavicola

La frattura della clavicola è la più comune si può verificare spesso durante le manovre che vengono eseguite per disimpegnare la testa nei parti difficili con presentazione di spalla  oppure nei parti di neonati con un peso elevato (dai 4kg in poi). La frattura può anche essere del tutto asintomatica e rendersi evidente solo verso la fine della prima settimana di vita, quando compare una tumefazione a livello della spalla che rappresenta un vero e proprio callo osseo. Altre volte invece è evidente subito dopo la nascita: l’arto dal lato dove c’è la frattura è meno mobile e viene tenuto lungo il tronco con il gomito esteso, probabilmente perché il movimento provoca dolore.

 Il trattamento di questo tipo di frattura è essenzialmente rivolto ad evitare tale dolore, pertanto si  immobilizza la spalla e l’arto superiore con un bendaggio in cotone per due settimane e si mantiene il neonato in posizione supina, cercando di evitare la posizione prona o sul fianco. La frattura guarirà con completa ripresa della mobilità in poche settimane e la tumefazione data dal callo osseo esuberante scomparirà gradualmente nel giro di qualche mese.

La lussazione della spalla

Il distacco epifisario della testa dell’omero è una lesione non facile da diagnosticare anche quando ci si avvale dell’esame a raggi X in quanto la testa omerale nel neonato non è ancora ossificata. Il trattamento prevede l’immobilizzazione dell’arto tramite un gesso  per circa due o tre settimane. La mancata diagnosi, soprattutto nel caso di distacchi completi, potrebbe determinare un difetto di accrescimento dell’arto stesso. Una corretta diagnosi è fondamentale e l’intervento deve avvenire entro pochissimi giorni.

Pressioni e schiacciamenti della scatola cranica

5osteopatia-pediatria-4La scatola cranica possiede una notevole capacità di modellamento così da potersi “adattare”al canale del parto. Le ossa fetali sono estremamente duttili, e possono adattarsi spesso senza problemi alle notevoli pressioni esercitate durante il parto, tuttavia spesso subiscono pressioni o schiacciamenti con consecutive alterazioni nel movimento di alcune ossa del cranio, non ancora saldate, che durante lo sviluppo del piccolo potrebbero evolvere in diverse disfunzioni, causando anche problematiche di tipo visivo e occlusale. Per evitare disagi al neonato si procede con manipolazioni a livello della scatola cranica volte a sistemare la scorretta posizione delle varie ossa. Le ossa parietali sono quelle che subiscono la pressione più importante producendo alcune volte un accavallamento; in questo caso più grave e complicato si ricorre ad un intervento chirurgico.

Un esempio di modificazioni craniche in seguito al parto è la Plagiocefalia: il trattamento prevede un approccio In  cranio-sacrale , ovvero un metodo gentile durante il quale il terapeuta controlla il ritmo cranio-sacrale con entrambe le mani e attraverso manovre molto dolci (forza inferiore ai 3 grammi) riequilibra cranio e sacro. Alcune volte i bambini liberano le loro emozioni o piangono durante i trattamenti, ma la tecnica di per sé non provoca alcun dolore ai piccoli.

Lesione del nervo facciale

La lesione del nervo facciale può essere provocata dal parto o da compressioni verificatesi in utero per una scorretta posizione del feto o anche all’uso del forcipe o alla compressione del viso con l’osso sacro della madre mentre la testa si trova nel canale del parto.

E’ comunque presto visibile poichè il neonato presenta sin da subito una diminuzione dei movimenti del volto e della capacità di corrugare la fronte dal lato della paralisi, impossibilità di chiudere la palpebra e inoltre le pieghe tra naso e labbra e dell’angolo della bocca sono appiattite; durante il pianto si evidenzia una asimmetria dei movimenti della bocca. Il recupero totale è raggiunto entro qualche settimana.

Si stima che l’incidenza dei fenomeni qui trattati interessi circa 2-7 neonati ogni 1.000 nascite, nonostante ci sia stata una netta riduzione negli ultimi anni grazie ai grandi progressi in campo ostetrico. E’ importante trattare questi problemi in fase precoce, già nella prima settimana di vita del neonato, e proseguire con regolarità per dare equilibrio alle zone di distorsione almeno sino ai 12-18 mesi.

Arianna Traini

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