Il pianto del bambino un importante mezzo di comunicazione

Il pianto del bambino un importante mezzo di comunicazione

Diversi consigli per capire meglio il tuo bebè

(edizione Gennaio 2016 -“La Voce della Vita“)

Il modo più efficace che ha per esprimersi con i propri genitori, durante i primi mesi di vita è il pianto.

Il neonato esprime i suoi sentimenti e necessità attraverso il pianto. Il compito del genitore è quello di imparare ad ascoltare ed interpretare correttamente tale linguaggio.

Si potrebbe pensare che ogni volta che il bambino piange emette lo stesso suono, in realtà ogni pianto è diverso ed esprimono esigenze differenti.

E’ l’unico mezzo di comunicazione di cui dispone per relazionarsi con il mondo esterno.

Il pianto di ogni bambino è unico, anche se attraverso diversi studi, è stato dimostrato che spesso è simile in tutti i neonati dato dalla frequenza ritmica con la quale il bambino scalcia.

Una volta che il genitore riconosce la differenza di tonalità, può soddisfare velocemente o meno le sue necessità.

CHE COSA SI PUO’ FARE?

Per i neo-genitori è molto difficile capire il motivo del pianto.

Un consiglio prima di un intervento immediato è di attendere qualche istante per capire le motivazioni.

Rispondere immediatamente al pianto del bambino infonde a quest’ultimo sicurezza, e inoltre dimostra chiaramente di avere comunicato con successo.

Riversare le giuste attenzioni suscitano nel bambino senso di comprensione e protezione.

PERCHE’ PIANGE ?

Come detto in precedenza, sono diversi i motivi e i suoni che il bebè emette. Di seguito verranno elencati i principali fattori che provocano il pianto:

  • Pianto subito dopo il parto: trasmette al medico e all’ostetrica che i suoi polmoni si sono riempiti di aria per la prima volta.
  • Pianto da fame: è il più frequente e per questo si impara in fretta a riconoscerlo. L’inizio è a bassa intensità per poi divenire più forte e ritmico. Può essere alleviato tramite il ciuccio, per poi riprendere non appena si accorge di non essere sazio.
  • Pianto da sonno: Può sembrare simile a quello della fame. Il sonno è fondamentale per il bebè in quanto deve ricaricarsi di energie.
  • Pianto da dolore: forte dall’inizio e intenso, prolungato nel tempo con una fase di silenzio e presenza di singhiozzi.
  • Pianto da coliche: uno dei pianti più frequenti è quello da “coliche gassose”. Il pianto, in questi casi, è incessante e tende a ripetersi negli stessi orari, non termina neanche se il bambino viene coccolato.

Un consiglio pratico è quello di tenere il bambino in posizione prona sull’avambraccio massaggiandogli delicatamente il pancino.

Solitamente il pianto del bambino è un elemento che provoca nervosismo e frustrazione nei confronti della madre, soprattutto se non riesce a capirne la motivazione, nonostante abbia soddisfatto le esigenze primarie del bebè.

Se il malcontento non è scaturito dai fattori elencati in precedenza, probabilmente deriva dalla mancanza di contatto ed attenzione da parte dei genitori; se così fosse, il loro compito è quello di “tamponare” quella mancanza, facendo attenzione a non esagerare e a viziarlo.

Se il pianto persiste e il neonato rifiuta di calmarsi, è consigliabile rivolgersi a un medico.

Ilaria Paciullo

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