Sindone 2015. Sarà perdonato l’aborto

Dal 19 aprile al 24 giugno di quest’anno, a Torino, si terrà l’ostensione della Sindone. L’Arcivescovo Metropolita, S.E. Mons. Nosiglia, con decreto ha concesso a tutti i sacerdoti di assolvere, in via straordinaria, i peccati di aborto rimuovendo così la scomunica“latæ sententiæ, per la quale ordinariamente è richiesta una autorizzazione specifica.

Il Telo della Sindone

Il Telo della Sindone

L’OSTENSIONE DELLA SINDONE. È un evento, tanto straordinario quanto intriso di mistero per un’immagine inspiegabile, che riesce ad attrarre moltissime persone, fedeli e curiosi. Molte sono le teorie che cercano di dare risposte ad una immagine impossibile, tanti sono gli interrogativi che ancora spingono scienziati da tutto il mondo, credenti e non credenti, a condurre studi sempre più approfonditi, grazie anche alla collaborazione della Santa Sede. Il Duomo di Torino sarà il luogo in cu saranno accolti pellegrini da tutto il mondo, anche grazie all’aiuto dei giovani dell’arcidiocesi di Torino.

S E Mons NOSIGLIA- Arcivescovo Metropolita Torino- Sindone

S. E. Mons. NOSIGLIA, Arcivescovo Metropolita di Torino

IL DECRETO DI MONS. NOSIGLIA. L’Arcivescovo Metropolita di Torino, il 18 febbraio 2015, in occasione del Mercoledì delle Ceneri, ha voluto concedere questa facoltà, con decreto[1], a tutti i sacerdoti abilitati alla confessione che, nel territorio dell’arcidiocesi di Torino, amministreranno il sacramento della riconciliazione durante il periodo di ostensione della Sindone. Consapevole che «questo evento è un tempo di grazia che potrà tradursi in atteggiamenti di conversione, frutti di penitenza e di novità di vita fino a risvegliare molte coscienze», il presule intende «mostrare concretamente la misericordia del Padre nei confronti di chi è pentito di un delitto commesso».

PILLOLE DI DIRITTO CANONICO. La scomunica “latæ sententiæ, secondo quanto disposto dal Canone 1398 del Codice di Diritto Canonico, è una pena prevista dal sistema penale canonico inflitta a tutti i battezzati che hanno commesso il delitto di aborto. Il codice per “aborto” intende il provocare la morte del feto, in qualsiasi modo, dallo momento del concepimento fino alla nascita[2]. La scomunica opera nel c.d. foro interno, quindi immediatamente dopo la commissione del delitto senza la necessità di un processo che la dichiari. Il soggetto scomunicato vive, quindi, una situazione di irregolarità nella Chiesa.

Massimo Magliocchetti

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[1] http://www.diocesi.torino.it/diocesitorino/allegati/53394/ABORTO%20Sindone.pdf

[2] Cfr. Codice di Diritto Canonico, ed. Ancora 2013, p. 928. Commento al Can.1398.

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