Diventare madre: l’importanza di un cammino condiviso

Articolo pubblicato su “La Voce della Vita” Ed. Marzo 2016

Assistenza domiciliare durante il puerperio

C’è grande e doverosa attenzione attorno allo stato di gravidanza e alla nascita del futuro bambino. Tuttavia, nonostante la gravidanza sia una condizione assolutamente fisiologica, in questa nostra epoca si tende a trattarla come una patologia.

Si parte dalla prevenzione, ancor prima di sapere di aspettare un bambino, si passa ai continui check-up sulla donna. Poi, all’attenzione spasmodica e spesso ingiustificata sul feto, alle strutture ospedaliere iper attrezzate con il rooming, il parto in acqua o assistito per un parto indolore. Per non considerare tutta la parte dedicata agli accessori: dall’abbigliamento curato nei minimi dettagli per la gestante all’oggettistica più ricercata per il nuovo arrivato. Continua a leggere

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Copertina “La Voce della Vita” – Gennaio 2016

Copertina “La Voce della Vita” – Gennaio 2016

5- Rivista Cav - Copertina Gennaio 2016

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MORIRE DI PARTO: IN ITALIA? Eventi tragici quanto imprevedibili? O malasanità?

MORIRE DI PARTO: IN ITALIA?

Eventi tragici quanto imprevedibili? O malasanità?

(Ed. Gen. 2016 – “La Voce della Vita“)

L’Italia, ad onore del vero e anche per una riconoscenza questa volta meritata, è tra le 10 nazioni con il più basso tasso di mortalità materna: dato pubblicato e sottoscritto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ma allora, cosa è accaduto? Continua a leggere

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Etimo Etico: Vita

Etimo etico: Vita

(La Voce della Vita – Ed. Gennaio 2016)

Oggi diamo inizio ad una nuova rubrica. In questo spazio cercheremo di analizzare sommariamente, ma non per questo in modo superficiale, l’etimologia e provenienza delle parole. Quotidianamente ci riempiamo la bocca di giudizi , scioriniamo sentenze e proliferiamo termini in modo spesso arbitrario, senza avere realmente idea di cosa si stia parlando, citando, tirando in causa. Queste saranno solo delle pillole, piccoli spunti, delle pulci nell’orecchio, per poter prendere di nuovo fra le mani, e render nostro, il senso intimo delle parole correnti, e farne buon uso.

Vita: lat. Vita, arcaico vivita, sanscrito g’ivathas. Probabilmente deriva da un’astrazione del termine vivus, vivo. E’ un’idea intuitiva, induttiva, da premesse particolari ad una visione generale, universale. Questo il motivo per cui è difficile trattarne o legiferarne.

Vita è ciò che nasce cresce muore. Non è un’entità ferma, quanto un processo, un cambiamento intrinseco nell’essere: è vivo ciò che è, ma sarà diverso, indipendentemente da fattori esterni.

Il vivere quindi contiene in sé il morire. Non c’è vita senza morte. Il contrario della vita non è dunque la morte, bensì la non-vita. La morte presuppone la vita, ed essa genera. Per dare valore alla vita, bisogna accettare il decadimento di questa, e la morte.

Essendo un processo, il vivere implica un soggetto: colui che vive. Essendo la vita non una cosa quanto un processo, il soggetto non è proprietario quanto fruitore del vivere. Da ciò possiamo dedurre che la vita non sia di nessuno.

DOMANDA DA PORCI: chi può davvero decidere di dare o togliere qualcosa che non è cosa, nè ha proprietario, e contiene in sé il proprio annullamento?

Luca Bevagna

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Lettera del C.E.I. per la Giornata della Vita: “La misericordia è il nuovo nome della pace”

Lettera del C.E.I. per la Giornata della Vita:
“La misericordia è il nuovo nome della pace”

(Ed. Gennaio 2016 – “La Voce della Vita“)

È stato rilasciato lo scorso 22 ottobre (memoria di Giovanni Paolo II) ,ad opera del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, il messaggio per la 38esima Giornata Nazionale per la Vita, che si celebrerà il 7 febbraio 2016. Nel testo redatto dai vescovi si sottolinea ancora una volta quale sia la valenza della Vita nell’ottica cristiano cattolica, mettendo in luce gli aspetti che tutti noi tendiamo a dimenticare più spesso. Il testo si apre con le parole di papa Francesco: “Siamo noi il sogno di Dio che, da vero innamorato, vuole cambiare la nostra vita” , che ci accompagnano subito nel vivo della disquisizione a partire dal primo punto affrontato dal Consiglio. Continua a leggere

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La pena di morte in Iran

La pena di morte in Iran

Continua il nostro viaggio tra i Paesi che ammettono la pena di morte: analizziamo il caso della Repubblica Islamica dell’Iran.

(Ed. Gennaio 2016 – “La Voce della vita“)

La pena di morte è ammessa in alcuni casi dalla sharia (legge islamica derivata dal Corano e dalle raccolte di detti, fatti, silenzi e inazioni di Maometto che compongono la Sunna). Nei Paesi a maggioranza islamica è perciò spesso tollerata e inserita come pena massima per i reati previsti dal proprio codice penale. In passato abbiamo analizzato il caso dell’Arabia Saudita, “campione” degli islamici sunniti; questa volta ci occupiamo del Paese “campione” dei musulmani sciiti: l’Iran. L’attuale Repubblica Islamica dell’Iran si è formata dopo la rivoluzione del 1979. Un referendum successivamente indetto ha stabilito che il Paese si organizzasse come teocrazia. Continua a leggere

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Portogallo, nuove modifiche alla legislazione sull’aborto

Portogallo, nuove modifiche alla legislazione sull’aborto

(ed. Gennaio 2016 – “La Voce della Vita“)

L’aborto è sicuramente tra i temi più discussi in Portogallo, paese con una forte maggioranza cattolica e che ha reso legale l’interruzione volontaria di gravidanza nel 2007 grazie a un referendum. Prima del 2007 il Portogallo aveva una delle leggi sull’aborto più restrittive in Europa, infatti l’interruzione volontaria della gravidanza era consentita solamente in casi di gravidanza a seguito di uno stupro, oppure in casi in cui la salute della paziente o del feto erano a rischio o per malformazioni di quest’ultimo. I professionisti che eseguivano l’IVG al di fuori di questi due casi venivano puniti con un massimo di tre anni di carcere. L’ 11 febbraio 2007 il partito Socialista, che allora aveva la maggioranza di governo, propose un referendum riguardo la depenalizzazione dell’aborto; il 59,25 % dei votanti approvò la depenalizzazione ma effettivamente non fu raggiunto il quorum poiché l’affluenza fu inferiore al 50%, cosa che in Portogallo rende non vincolante la proposta referendaria. Con un gesto molto criticato, l’allora primo ministro José Sócrates decise di sottoporre la nuova legge sull’aborto all’allora presidente della Repubblica Aníbal Cavaco Silva che la firmò il 10 aprile 2007 . La decisione fu molto criticata anche dal sindacato dei medici e ancora oggi sono numerosi i casi di obiezione di coscienza . Il 22 luglio 2015, la legge sull’aborto è stata cambiata dall’attuale partito socialdemocratico e sono stati introdotti alcuni nuovi obblighi che la rendono più restrittiva.

Il primo nuovo adempimento per le donne che vogliono interrompere la propria gravidanza è il pagamento di una “tassa” dall’importo ancora sconosciuto; questo provvedimento è stato criticato da più parti in quanto limiterebbe le possibilità di accesso all’aborto alle fasce economicamente più basse della popolazione quali giovani donne senza lavoro, minorenni e così via.

Un altro cambiamento apportato alla legge è che la pratica dell’aborto deve essere necessariamente preceduta da un periodo di riflessione durante il quale i genitori devono essere accompagnati da psicologi e assistenti sociali e la consulenza di questi è obbligatoria e improntata a comunicare alla madre (e al padre, se presente) il valore della vita e della cura del nascituro. Anche questo dato è stato criticato, soprattutto per il fatto che dover necessariamente prendere appuntamento con uno dei suddetti professionisti potrebbe allungare di molto i tempi della procedura, facendo così superare alla donna il limite legale per abortire che in Portogallo è di 10 settimane, limite già previsto dalla legge del 2007 e mantenuto.

La legge, così modificata, è stata fortemente criticata dalle associazioni in difesa dei diritti delle donne ritenendo che lo scopo di queste modifiche è quello di umiliare le donne portoghesi. Secondo gli oppositori invece, questa legge ha lo scopo di rendere molto più difficile, se non impossibile per le donne, accedere all’interruzione volontaria di gravidanza.

Arianna Traini

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Caso Nord -Irlandese, nuovi passi verso il diritto all’aborto?

Caso Nord -Irlandese, nuovi passi verso il diritto all’aborto?

(Edizione Gennaio 2016 – “La Voce della vita“)

In Europa ormai quasi tutti gli stati consentono di abortire legalmente, solo in alcuni vigono delle norme più o meno restrittive. Nell’ Irlanda del Nord l’aborto è consentito in casi in cui la gravidanza possa rappresentare un pericolo concreto per la vita della madre, mentre la legge dispone la pena dell’ergastolo per le donne che praticano aborti illegali. Continua a leggere

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Il pianto del bambino un importante mezzo di comunicazione

Il pianto del bambino un importante mezzo di comunicazione

Diversi consigli per capire meglio il tuo bebè

(edizione Gennaio 2016 -“La Voce della Vita“)

Il modo più efficace che ha per esprimersi con i propri genitori, durante i primi mesi di vita è il pianto.

Il neonato esprime i suoi sentimenti e necessità attraverso il pianto. Il compito del genitore è quello di imparare ad ascoltare ed interpretare correttamente tale linguaggio. Continua a leggere

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Obiezione di coscienza: diritto fondamentale o disubbidienza civile?

Obiezione di coscienza:
diritto fondamentale o disubbidienza civile?

Riflessioni a margine di luoghi comuni del tutto antidemocratici

(edizione Gennaio 2016 – “La Voce della Vita“)

Nel dibattito culturale moderno vi sono tematiche divenute oramai veri e propri campi minati sui quali sono strategicamente nascoste posizioni equivoche. Al momento del confronto emergono per svuotare del loro significato parole che innescano una confusione, volutamente pianificata, al fine di disorientare l’opinione pubblica. Tra queste troviamo l’idea secondo la quale l’obiezione di coscienza sia mera disubbidienza civile, del tutto priva del connotato giuridico di diritto fondamentale dell’uomo. Continua a leggere

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Pesca di beneficenza Cav Roma Talenti

Il 6 gennaio 2016, presso il sagrato della Parrocchia di San Ponziano, via Nicola Festa 50, si terrà dalle ore 9,00 alle 13,00 la pesca di beneficenza organizzata dal Cav Roma Talenti.

Sono invitati, in modo particolare, i bambini e le loro famiglie. Il ricavato sarà devoluto alle opere del Cav Roma Talenti, associazione no profit in prima linea per la difesa della vita. Una alternativa concreta alla scelta dell’aborto.

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Andrea Bocelli, la storia di un mancato aborto

(Ed. Dicembre 2015 “La Voce della Vita”)

Il coraggio di una madre che ha dato la vita al proprio figlio

 

Sono tanti, in Italia, gli artisti che con le loro canzoni o con il proprio talento cinematografico sostengono i principi pro-vita.

Uno fra questi è Andrea Bocelli, tenore italiano di fama internazionale. Cinque anni fa pubblicò sul suo canale YouTube un video messaggio dedicato ad un missionario, padre Rick, che lavorava ad Haiti, raccontando una storia incredibile.

Bocelli, seduto davanti un pianoforte, racconta la storia di una donna che si era recata in ospedale poiché aveva forti dolori all’addome, sintomi ricollegabili ad un problema di appendicite. La donna, però, è ignara di essere incinta: i medici le danno del ghiaccio da mettere sulla pancia e le dissero che avrebbe fatto meglio ad abortire, poiché probabilmente il bambino sarebbe nato con qualche forma di disabilità. La donna, giovane e coraggiosa, decise di non interrompere la gravidanza e il bambino nacque.

Alla fine del racconto il cantante toscano afferma che la donna della storia era sua madre.

Il video servì per una serata organizzata dalla «Nph-Italia», branca della fondazione «Nuestros Pequenos Hermanos» (I nostri piccoli fratelli ), che si occupa di bambini e con il quale il tenore collabora. Ma più in particolare era un omaggio a padre Rick, un prete-chirurgo che per venticinque anni si è occupato dei bambini di Haiti.

Andrea Bocelli crede fortemente alla sua posizione in merito al tema dell’aborto, difatti afferma, in un’intervista al Corriere della sera, che quella di sua madre «è stata la scelta giusta e spero che questo possa incoraggiare altre madri che magari si trovano in momenti di vita complicati ma vogliono salvare la vita dei loro bambini».(Corriere della sera, Mario Porqueddu, 2010).

Questo video è stato messo in rete da “Whole life iniziative”, un’organizzazione pro-life statunitense. Ha commosso e fatto discutere tutto il mondo.

Ora Andrea Bocelli è divenuto l’idolo delle organizzazioni che si battono per la difesa della vita e, soprattutto, contro le interruzioni di gravidanza.

Lorenzo Illiano

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SIDS -“LA MORTE IN CULLA”

(Ed. Dicembre 2015 – La Voce della Vita”)

Care mamme,oggi parliamo di…

SIDS -“LA MORTE IN CULLA”

Sudden infant death syndrome, è la sindrome della morte improvvisa del lattante o “morte in culla” , anche se non è la culla la causa diretta e si può verificare nei bambini da un mese a un anno.

Essendo un fenomeno che non ha una vera e propria spiegazione scientifica ci sono solo alcuni accorgimenti per cercare di prevenirlo:

  • cercare di limitare la presenza di altre persone nel letto mentre si dorme. È bene che il neonato dorma con i genitori ma non nello stesso letto;
  • far dormire il bambino in ambienti con temperatura adeguata e con un ricambio di ossigeno;
  • allattare nei primi sei mesi di vita;
  • non utilizzare cuscini eccessivamente soffici o altri materiali, come il paracolpi, che sono rischiosi;
  • coprire il bambino con coperte che restino ben ferme e che non rischiano di coprire il volto del neonato;
  • far dormire i propri bimbi sulla schiena, neanche sul fianco perché c’è rischio che si girino pancia in sotto;
  • non bisogna fumare e bisogna tenere il neonato lontano dal fumo;
  • è meglio usare un ciuccio pulito e asciutto quando si mette il bambino a dormire, non è obbligatorio tenerlo, se per esempio si allatta al seno prima di usare il ciuccio sarebbe meglio aspettare almeno un mese o che il neonato si abitui a essere allattato;
  • è meglio che il neonato non sudi durante il sonno.

Chiara Nardi

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La pena di morte in Cina

(Ed. Dicembre 2015 “La Voce della Vita”)

Continuiamo il nostro approfondimento sulla pena di morte nel mondo. Analizziamo il caso della Cina, dove i numeri sono tristemente impressionanti.

Non si può trattare della pena di morte senza parlare della Cina. Il Paese più popolato su questo pianeta e con una delle economie più in crescita (agli attuali ritmi, è destinata a diventare la prima economia mondiale), che ha inondato i mercati europei – in modo legale e non – di suoi prodotti e che è stato per lunghi anni polo d’attrazione per diverse aziende grazie (o meglio, a causa) del basso costo della manodopera locale. Il Paese ha però al suo interno enormi squilibri sociali, ampie limitazioni delle libertà fondamentali e, di conseguenza, un sistema giuridico/penale rigido.

images cina

La lista dei reati che possono portare alla pena capitale è divisa in varie macro aree: crimini contro la sicurezza nazionale; crimini contro la pubblica sicurezza; crimini economici; crimini contro la persona; crimini contro la proprietà; crimini contro l’ordine pubblico; crimini contro la difesa nazionale; reati militari. All’interno di queste categorie troviamo (solo per citarne alcuni): tradimento, separatismo, ribellione armata, spionaggio, diffusione di veleni, sabotaggio, possesso illegale di armi, dirottamento, produzione di medicine contraffatte, omicidio, rapimento, stupro, rapina, evasione. Non facciamoci ingannare però: in Cina anche partecipare a una manifestazione pacifica può essere considerato tradimento o separatismo.

L’imputato è portato davanti all’Intermedia Corte del Popolo, se questa decide di comminare la pena di morte si avvia un doppio appello. Il primo è tenuto presso l’Alta Corte del Popolo e il secondo contemporaneamente presso la Corte Suprema della Repubblica Popolare Cinese. La procedura del doppio appello è stata avviata nel 2007, con l’intento di minimizzare il rischio di una condanna a morte di un innocente. Solo dal 2012 è richiesto alla Corte Suprema di ascoltare la versione dei fatti dell’imputato e di interrogarlo. In caso di conferma della sentenza, l’esecuzione del condannato avviene pochi giorni dopo. Il protocollo è disciplinato dall’articolo 212 della Legge di Procedura Criminale, che prevede la notifica della condanna a morte e della data dell’esecuzione alla Procura di competenza. La pena deve essere eseguita tramite fucilazione o iniezione letale, presso apposite strutture o poligoni. Il personale del settore giudiziario deve essere presente all’esecuzione e accertarsi dell’identità del condannato. In caso si riscontrino problemi, l’esecuzione deve essere sospesa e un rapporto inviato alla Corte Suprema. Diversamente da altri casi, come l’Arabia Saudita, le esecuzioni non avvengono in pubblico. In alcune regioni della Cina non esistono poligoni per le esecuzioni, perciò ne vengono preparati alcuni temporanei da apposite squadre; successivamente viene impedito l’accesso al pubblico a un’area di 2 chilometri di raggio dal punto prescelto. L’iniezione letale è stata introdotta dal 1996 e fino al 2010 era utilizzata soprattutto per crimini economici, mentre la fucilazione era il metodo principale per gli altri tipi di reato. Dal 2010, la Cina ha stabilito l’iniezione letale come metodo principale per eseguire le sentenze capitali.

La propaganda del Governo cinese fa sì che la maggioranza della popolazione sia favorevole al mantenimento della pena di morte. Secondo la Fondazione Dui Hua, 12.000 persone sono state giustiziate nel 2002, 6.500 nel 2007 e 5.000 nel 2008, nel 2009 e nel 2010. Le esecuzioni sembrano essere calate nel 2013 e 2014 con circa 2.400 persone giustiziate all’anno. Sono numeri impressionanti e, soprattutto, incerti in quanto non esistono cifre ufficiali e spesso le stime fatte dalle organizzazioni non governative attive nel combattere la pena di morte sono calcolate al ribasso.

Emiliano Battisti

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SOS VITA: quando la difesa della Vita parte da una semplice telefonata

(ed. Dicembre 2015 “La Voce della Vita”)

SOS Vita è un servizio telefonico offerto dal Movimento per la Vita, attraverso i Centri di Aiuto (circa 260)

localizzati in tutto il Paese. Questo numero – 800 813 000 numero verde gratuito – è attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette e offre a chi vi si rivolge ascolto, condivisione, sostegno psicologico, consulenze mediche, legali e sociali a titolo gratuito (attraverso professionisti volontari), sostegno post-aborto. Il contatto con SOS Vita mette in moto tutta una serie di aiuti atti a non lasciare solo e nella disperazione chi vuole scegliere la vita ma si sente abbandonato e combattuto. Non solo la donna, direttamente interessata, ma anche chiunque si trovi a contatto con una situazione in cui una gravidanza sta per essere interrotta: un uomo – non importa se sposato o no – che vorrebbe non perdere il proprio figlio; chiunque voglia aiutare una parente, un’amica, una vicina che vuole abortire, anche se ha già in mano il certificato di Ivg. All’ascolto e all’aiuto dei volontari SOS vita, tutte persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (CAV), si rivolgono anche donne che hanno già subito il trauma dell’aborto. La prima telefonata a SOS vita è arrivata il 28 dicembre del 1992. Da allora non si sono più fermate. Le telefonate arrivano da tutta Italia.

Sono storie di solitudine, di timore per una gravidanza inattesa, di difficoltà per i figli già nati o per i bambini affidati e in adozione, di sofferenze psicologiche e morali per aborti fatti, risalenti anche ad otto o dieci anni fa. Si è rivelato necessario prestare anche un servizio on-line, denominato Telefono Rosso, dato il ricorso sempre maggiore dei giovani a questo sistema di comunicazione.

Giacomo Paradisi

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